.

Ideati nove anni fa dall' ORCHESTRA FILARMONICA DI UDINE, i Concerti Aperitivo sono una delle rassegne concertistiche più seguite del Friuli Venezia Giulia, sia per la l'originalità della sua natura, sia per ospitare in cartellone artisti di fama internazionale.
La caratteristica dei Concerti Aperitivo è quella di abbinare un concerto di musica - classica, etnica o jazz, purché di alto livello - a un aperitivo finale a base di vini e prodotti artigianali tipici della zona. La manifestazione ha sede nella Sala comunale dell'Ajace, in uno dei palazzi più antichi di Udine, il Palazzo D'Aronco.

Anche l'orario di programmazione è insolito: i concerti infatti hanno inizio alle 11 della domenica, un appuntamento che per gli udinesi (e non solo) è ormai diventato un rito, tanto che è molto difficile trovare posti liberi senza una prenotazione. Oltretutto la capienza della sala è ridotta, vi sono solo 150 posti, cosicché è sempre possibile avere l'ambito posto in prima fila. E questa è anche una delle caratteristiche più apprezzate della rassegna: dare la possibilità al pubblico di ascoltare gli artisti a una distanza ravvicinata, essendo quella di Sala Ajace l'atmosfera raccolta di un salotto culturale.
Nel corso di nove edizioni si sono avvicendati musicisti del calibro di Bruno Canino, Roby Lakatos, Rocco Filippini, Luis Bacalov e tanti altri per quel che riguarda il genere classico, mentre fra gli artisti jazz sono stati ospitati nomi come Rossana Casale, Nicola Arigliano e Lino Patruno. Non sono mancate curiosità come il concerto delle balalaike russe o il flauto di Pan, così come gli tzigani ungheresi.
Il connubio fra musica e vino infine non può che costituire un valore aggiunto al successo della manifestazione, e le pregiate bottiglie che accompagnano i finger food della cucina nostrana sono sempre quelle dei Conti Attems. I Concerti Aperitivo sono realizzati con il sostegno della Regione FVG, della Provincia e del Comune di Udine, della Camera di Commercio di Udine, della Fondazione CRUP, Banca di Cividale e Mediocredito, di Confindustria e Confartigianato di Udine

.

Programma della IX edizione, gennaio-marzo 2009
Sala Ajace, ore 11.00

18 gennaio
François Joel Thiollier
“Tutta l’America di Gershwin”

Da “Rapsodia in Blue” a “Summertime” nella straordinaria interpretazione del pianista franco-newyorkese

25 gennaio - Dedicato alla Giornata della Memoria
I Filarmonici Veneti
“Quartetto per la fine dei tempi” di Oliver Messiaen

Scritto durante la prigionia a Gorlitz, è definita una delle composizioni per musica da camera fra le più innovative del secolo scorso.

1° febbraio
David Trio
“Il Romanticismo russo da Ciajkovskij a Sostakovic”

Impeccabile tecnica e un amalgama sonoro di altissimo livello, un trio che è interprete tanto dei grandi classici quanto dei contemporanei..

8 febbraio
Silvia Dalla Benetta e Andrea Binetti
“Sulle ali dell’operetta”

Soprano e tenore nei grandi classici dell’operetta.

15 febbraio
Gabriele Cassone & quartetto
“Fanfare, marce e virtuose melodie”

Uno dei più grandi esecutori di tromba al mondo in un programma originale per trombe e cornette.

22 febbraio
Giovanni Sollima
“Genio e sregolatezza”

Il “Jimi Hendrix del violoncello”, concertista e compositore, nelle sue scorribande creative si incontrano classica e jazz, minimalismo e progressive, pop e folk.

A grande richiesta: replica alle ore 17!!!



1° marzo
Renaud Garcia Fons
“Mediterraneoriente”
Ritmi gitani e tango, stilemi orientali e indiani da un contrabbasso a cinque corde.

8 marzo
Juan Lorenzo Flavio Sala
“Passione flamenca”

Dalla bulerìa alla granaìna, dalla siguirya alla guajira con qualche tocco di rumba e divagazioni jazzistiche

22 marzo
Antonio Della Marina e Nicola Negrini
“Scultures”

Contrabbasso ed elettronica dal vivo

François-Joel Thiollier

18 gennaio
“Tutta l’America di Gershwin”


François-Joel Thiollier è uno dei più completi pianisti e musicisti d'oggi. Franco-americano di nascita, ha assimilato il meglio di diverse culture; nato a Parigi, ha dato il suo primo concerto a New York all'età di 5 anni. Ha proseguito gli studi musicali in Francia sotto la guida di Robert Casadesus. Successivamente si è perfezionato negli Stati Uniti con Sascha Gorodnitzki alla Juilliard School of Music, laureandosi con il massimo dei voti in tutte le materie sia accademiche che musicali all'età di 18 anni.
Thiollier ha vinto 8 « Grands Prix» internationaux, risultato senza precedenti, in concorsi internazionali, fra cui "Reine Elisabeth" del Belgio ed "Tchaikowski" di Mosca.
Il suo vastissimo repertorio, la sua eccezionale cultura musicale e la sua padronanza della tastiera sono la chiave del suo successo internazionale. Thiollier suona oggi in più di 40 Paesi con le più prestigiose orchestre (Filarmonica di Leningrado e Mosca, Concertgebouw di Amsterdam, Residentie Orkest dell'Aja, Orchestra della Rai di Torino, Santa Cecilia, Orchestre de Paris, Orchestre National de France, London Symphony Orchestra ), e nelle sale più importanti (Théatre des Champs Elysées, Berliner Philharmonie e Konzerthaus, Bunka Kaikan e Suntory Hall Tokyo, Palais des Beaux Arts di Bruxelles, Auditorium di Madrid, La Scala, la Fenice, la Sydney Opera House Concert Hall...).
La sua interpretazione del Concerto di Busoni alla Philharmonie di Berlino è stata così recensita: " Thiollier , un pianista al di sopra di ogni paragone, ha stupefatto ed affascinato il pubblico con una tecnica pazzesca, una raffinata eleganza, un compiuto senso del suono e, infine, qualità non delle minori, con una musicalità piena di generosità.

I Filarmonici Veneti

25 gennaio - Dedicato alla Giornata della Memoria
"Quartetto per la fine dei Tempi" di Olivier Messiaen



Capolavoro assoluto della musica da camera del Novecento, il "Quartetto per la fine dei tempi" di Olivier Messiaen è un’opera particolarmente commovente, sia per le sonorità che per la storia della sua genesi. Si tratta infatti di una composizione scritta nel 1940-41 mentre Messiaen era detenuto nel campo di prigionia tedesco di Görlitz. Messiaen iniziò dapprima a comporre un trio per violino, violoncello e clarinetto, ma poi lavorando alla ristrutturazione d’una baracca adibita a teatro ad uso dei prigionieri, riuscì a procurarsi un vecchio pianoforte. Il trio originario divenne il quarto movimento (Interludio) di una costruzione ben più articolata che si espanse sino alle dimensioni che oggi conosciamo. Durante la prima esecuzione del Quartetto fu lo stesso Messiaen ad interpretare la parte pianistica, che comunque rimane per la maggior parte del tempo ridotta ad un ruolo di accompagnamento. Finalmente, il 15 gennaio 1941 allo Stalag VIII A, l'opera fu eseguita di fronte a circa quattrocento prigionieri, stipati in religioso silenzio, nel gelido baraccone, da quattro strani musicisti che indossavano uniformi rattoppate e scarpe di legno. Lo stesso anno i quattro soldati-musicisti furono rimpatriati. L’opera, a differenza di quanto siamo abituati ad ascoltare nel tradizionale quartetto per archi, dove gli strumenti mettono in opera un serrato dialogo che li vede sempre attori, in questo caso si tratta più di un collage di brani solistici, di duetti, di trii che propongono sonorità e melodie assai difficili da descrivere che vanno dal richiamo del canto degli uccelli a certe “ubiquità tonali” come dice lo stesso Messiaen nel suo scritto che “avvicinano l’ascoltatore all’eternità nello spazio o nell’infinito”. E, come egli stesso racconta “Il “Quatuor pour la fin du Temps” ebbe la sua prima esecuzione nello Stalag VIII A, il 15 gennaio 1941. Questo accadeva a Görlitz, in Slesia, con un freddo atroce. Lo Stalag era sepolto sotto la neve. Eravamo trentamila prigionieri (francesi per la maggior parte, con qualche polacco e belga). Suonavamo su strumenti di fortuna: il violoncello di Etienne Pasquier aveva solamente tre corde, i tasti del mio pianoforte verticale si abbassavano e non si rialzavano... Mi avevano affibbiato un vestito verde completamente stracciato e ai piedi calzavo zoccoli di legno. Il pubblico comprendeva persone di ogni ceto sociale: sacerdoti, medici, piccolo borghesi, militari di carriera, operai, contadini...”.
E' questa una delle poche composizioni cameristico-strumentali di Messiaen. Un pianoforte, un violoncello, un violino e un clarinetto ci accompagnano in un suggestivo viaggio verso l’intimo e l’infinito, ispirato dall’immagine tratteggiata nell’Apocalisse di Giovanni, quella di eterea possanza dell’angelo che annuncia la fine dei tempi. Negli 8 movimenti prende vita quel “vortice di colori complementari” (come dice l’autore stesso) che rappresenta uno dei picchi della musica classica moderna, e racchiude in sé scintille che divamperanno in quella contemporanea.

I tempi del Quartetto:
1. Liturgie de cristal (Liturgia del cristallo)
2. Vocalise, pour l'Ange qui annonce la fin du Temps
(Vocalizzo per l'Angelo che annuncia la fine dei Tempi)
3. Abîme des oiseaux
(Abisso degli uccelli)
4. Intermède
(Interludio)
5. Louange à l'éternité des Jésus (Lode all'eternità di Gesù)
6. Danse de la fureur pour les sept tropettes (Danza del furore per le sette trombe)
7. Fouillis d'arcs-en-ciel, pour l'Ange qui annonce la fin du Temps (Tumulto d’arcobaleni per l’angelo che annuncia la fine dei Tempi
8. Louange à l'immortalité de Jésus (Lode all'immortalità di Gesù)

David Trio

1° febbraio
"Il Romanticismo russo da Caijkovsij a Sostakovich"


Claudio Trovajoli
pianoforte
Daniele Pascoletti
violino
Patrizio Serino
violoncello


Vincitore del Primo Premio e del Premio del pubblico al Concorso Internazionale di Musica da camera di Chesapeake MD-USA, il David Trio ha debuttato ottenendo il 1° Premio e il Premio Bösendorfer per la migliore interpretazione dei trii di Haydn al 2. Concorso Internazionale di Musica da Camera “F. J. Haydn” di Vienna, tenutosi presso la Konzerthaus, e il Primo Premio al Concorso Internazionale di Yellow Springs OH-USA. Fondato a Firenze nel 2003 da Claudio Trovajoli, Daniele Pascoletti e Giovanni Gnocchi, il David Trio si è laureato anche nelle due più importanti competizioni italiane: il 26° Concorso Internazionale per complessi da camera “Vittorio Gui” di Firenze nel 2004 e il 9° Concorso Internazionale di musica da camera “Premio Trio di Trieste” nel 2005, dove ha ottenuto anche il Premio “Amedeo Baldovino” per la migliore interpretazione di un brano di J. Brahms. Composto da musicisti già vincitori singolarmente di premi internazionali (Viotti di Vercelli, al Lipizer di Gorizia, Ch. Hennen in Olanda, Bärenreiter Preis), il Trio, fin dalla sua fondazione, ha seguito le lezioni dell’Altenberg Trio Wien all'Accademia di Pinerolo, di Hatto Beyerle presso le Scuole di Hannover, Basel e Fiesole, del Trio di Trieste e di Enrico Bronzi alla Scuola Superiore di Duino e all’Accademia Chigiana di Siena. Sin dal 2004 il David Trio è stato scelto come gruppo rappresentante dell'ECMA (European Chamber Music Academy), grazie alla quale ha avuto la possibilità di studiare con musicisti come Heinrich Schiff, Erich Höbarth (Quatuor Mosaique), Johannes Meissl (Artis Quartett), Christoph Richter, Avo Kouyoumdjan, e Hatto Beyerle. Già attivo nel panorama concertistico italiano (Società del Quartetto di Vercelli, I concerti del Quirinale a Roma trasmessi in diretta nazionale da RAI-Radio3, gli Amici della Musica di Padova, Pescara, Foggia, Campobasso, il Teatro Ponchielli di Cremona, le Settimane Musicali del Teatro Olimpico di Vicenza, Stagione Concertistica dell’Università Cattolica di Roma), ed internazionale (Festival Casals di Prades, Fondazione Bösendorfer di Vienna, Schladmig Musik Sommer MidEurope, Schloss Grafenegg, Festival International de Musique de Chambre in St. Ursanne, Haydn Festspiel di Eisenstadt, Rohrau Haydn-Gedenkstätte, Allegro Vivo Kammermusik Festival, Montpellier-Radio France, Coliseum di Buenos Aires), il David Trio ha ultimamente effettuato una tournèe in Sud America e Messico con entusiasti riscontri di critica e pubblico. Significativa la presenza al Festival Cameralia07 a Santiago de Compostela come trio ospite docente di musica da camera. Dal 2007 Patrizio Serino è subentrato come violoncellista del David Trio. Il 2008 vedrà tra l'altro il Trio impegnato nella registrazione dell'integrale dei trii di Franz Schubert per Altara. La continua ricerca di un approccio stilistico innovativo nell'esecuzione degli autori classici attraverso la valorizzazione timbrica e metrica degli elementi retorici, e un dialogo continuo, diretto e paritario con il pubblico durante l'esecuzione, costituiscono per il David Trio costante fonte di ispirazione musicale e arricchimento umano.

Silvia Dalla Benetta e Andrea Binetti

8 febbraio
Sulle ali dell'operetta



Silvia Dalla Benetta, soprano, si è diplomata al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia con il massimo dei voti e la lode per poi proseguire gli studi con Romano Gandolfi, Aldo Ceccato e Stella Silva. Nel 2004 ha vinto il Concorso Lirico di Sanremo, aprendosi così una carriera internazionale che l’ha vista in pochissimo tempo debuttare in opere come Traviata (Violetta), Elisir d’Amore (Adina), Regina della notte, Il Flauto Magico, Lucia di Lammermoor. Grandissima impressione ha fatto il suo debutto nei quattro ruoli femminili di Les Contes d’Hoffmann ed è stata applauditissima interprete di Norina in Don Pasquale al Teatro Donizetti di Bergamo ed al Teatro Comunale di Ferrara. Grande consenso ha suscitato il suo debutto nel ruolo in Semiramide di Rossini a Livorno, Pisa e Rovigo che ha destato su di lei l’attenzione di tutta la critica internazionale. Grande riscontro ha avuto anche un altro felicissimo debutto nel 2005 al Teatro Regio di Parma come Gilda nel Rigoletto, mentre un altro grande successo ha ottenuto nel ruolo di Marguerite nel Faust di Gounoud al Teatro Coccia di Novara.




Andrea Binetti, cantante e attore, da molti anni nel mondo dello spettacolo alterna il teatro con la televisione spaziando nei diversi repertori che più mettono in risalto le sue qualità di showman e di tenore. Ha cantato in diversi teatri in Italia ed all'estero accanto a nomi come: Katia Ricciarelli, Placido Domingo, Andrea Boccelli. In televisione è stato uno dei protagonisti della trasmissione Rai "Ci vediamo su Rai 1", condotta da Paolo Limiti. Ospite inoltre del "Maurizio Costanzo Show", di "Domenica In", di "Uno Mattina", "Tappeto Volante", "In famiglia" e numerose trasmissioni Rai e Mediaset tra cui "Cristianità", dove ha cantato in mondovisione per il Papa. Per diverse stagioni ha lavorato con Sandro Massimini e Gino Bramieri.Si può esibire a seconda dell'esigenza, da solo o con altri solisti accompagnati dal pianoforte o dall'orchestra, con l'opera lirica, l'operetta, il musical americano e le canzoni d'autore, o con il repertorio sacro e liederistico.

Gabriele Cassone

15 febbraio
Fanfare, marce e virtuose melodie



Gabriele Cassone si è diplomato in tromba con il Maestro Mario Catena e in composizione con il Maestro Luciano Chailly. Concertista riconosciuto in tutto il mondo, è apprezzato sia nell'interpretazione della musica su strumenti d'epoca (tromba naturale barocca, tromba classica a chiavi, tromba romantica a cilindri e cornet à pistons) sia nell'esecuzione del repertorio contemporaneo. Luciano Berio lo ha scelto per eseguire suoi brani con tromba solista: Sequenza X per tromba sola e, in prima assoluta, Kol-Od, sotto la direzione di Pierre Boulez con l'Ensemble Intercontemporain. Successivamente ha suonato in scena con il trombonista C. Lindberg, nell'opera di Berio Cronaca del Luogo, commissionata dal Festival di Salisburgo.Famosi direttori lo hanno chiamato per eseguire I brani più virtuosistici del repertorio solistico: Sir John Eliot Gardiner lo ha nominato tromba principale degli English Baroque Soloists per l'esecuzione dell'integrale delle Cantate di J.S.Bach e per il Secondo Concerto Brandeburghese. Ton Koopman, direttore dell'Amsterdam Baroque Orchestra, lo ha voluto per registrare la Cantata BWV 51 di J.S.Bach.Sempre nell'ambito della musica barocca, ha fondato insieme ad Antonio Frigé (con il quale suona anche in duo) l'Ensemble Pian & Forte. Si è esibito come solista nei maggiori teatri del mondo: Concertgebouw di Amsterdam, Cité de la Musique di Parigi, Scala di Milano, Mozarteum di Salisburgo, Carnegie Hall di New York, Queen Elizabeth Hall a Londra e Wiener Konzerthaus.Ha pubblicato più di 20 Cd con brani dal repertorio barocco fino al contemporaneo. Gabriele Cassone è docente presso il Conservatorio di Novara e tiene corsi annuali di alta specializzazione presso l'Accademia di Santa Cecilia a Roma nonchè seminari negli Stati Uniti d'America e in tutta Europa. È sovente nominato membro di giurie nei più prestigiosi concorsi internazionali.È autore del libro "LA TROMBA" edito da Zecchini.Gabriele Cassone suona trombe Courtois.

Giovanni Sollima

22 febbraio
Genio e sregolatezza



C’è chi lo ha definito «il Jimi Hendrix del violoncello», accostando il suo curriculum classico a uno degli artisti più virtuosi e maledetti della storia del rock; ma per Giovanni Sollima (Palermo, 1962) la musica, per definizione, non conosce né generi né confini. Concertista e compositore, nelle sue scorribande creative si incontrano (e si scontrano) infatti tradizione colta e jazz, minimalismo e progressive, pop e folk, ripercorsi a cavallo del suo violoncello, preziosa eredità della grande scuola liutaria cremonese del Seicento. Lui lo considerà però un semplice “mezzo”, uno strumento, appunto, per esprimersi in totale libertà: «È la sua stessa forma, la sua possibilità di diventare viola o violino, di piangere, ridere, urlare… mi permette di viaggiare su e giù per la tastiera oppure di fermarmi su una nota e concentrarmi su un dettaglio, sulla molecola dello stesso suono: è una sorta di strumento-sonda, attraverso il quale indago su altre sonorità o parentele lontane con altri strumenti o vocalità». Le sue composizioni sono state interpretate da direttori come Riccardo Muti e solisti come Yo-Yo Ma, hanno accompagnato le coreografie di Carolyn Carlson e gli spettacoli di Bob Wilson, le performance teatrali di Alessandro Baricco e quelle cinematografiche di Peter Greenaway, ma sono anche risuonate nei concerti di Elisa e Franco Battiato. Tra omaggi musicali a Dante e a Caravaggio, l’album Works rappresenta così una sorta di “progetto/compilation” che raccoglie dodici brani scritti fra il 2000 e il 2004, diversi per stile, ispirazione e linguaggio: un cantiere ancora aperto, perché, come sostiene lo stesso Sollima, il suo è il viaggio di un artigiano curioso, in perenne ricerca, proiettato verso un futuro assolutamente imprevedibile.

Juan Lorenzo e Flavio Sala

1° marzo
Passione flamenca



In 20 anni di attività, Juan Lorenzo ha alle spalle oltre 1500 concerti, lavora e collabora, anche discograficamente, con diversi nomi del panorama flamenco internazionale tra cui i chitarristi J. L. Postigo, Serranito, Merengue de Cordoba, Carlos Heredia, Paco Serrano i cantaor José de la Tomasa, Felix de Lola, Carmen Sanchez, i ballerini El Junco, José Greco, Maite Piqueras, Juan Ortega, Carmen Reina, Manolo Marin, Miguel Angel Espino.
Nel ‘96 fonda la propria compagnia "Flamenco Libre" eseguendo tournée sia in Italia che all'estero nei maggiori festival e teatri. Nel ‘97 diventa membro della "Fundacion Cristina Heeren"de Sevilla con la quale è in tournée europea tra il 97/98 con lo spettacolo "El Flamenco de Sevilla". E’ ospite in diverse trasmissioni televisive e radiofoniche in Italia, Spagna, Svizzera, Tunisia, Germania e Francia. E’ il primo chitarrista in Italia ad introdurre la chitarra flamenca nel Conservatorio. Attualmente è docente presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Ha al suo attivo 15 pubblicazioni tra cd, video, libri e metodi, disribuite da diverse importanti case editrici.(Carisch, Eco, Ceccherini, Warner, Playgame, Guitart).


Flavio Sala è considerato il nuovo astro nascente della chitarra classica mondiale, acclamato dalla critica e dal pubblico grazie alla sua sorprendente tecnica strumentale, unita ad una straordinaria sensibilità e creatività musicali. Compie i suoi studi musicali sotto la guida di Pasqualino Garzia, diplomandosi con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore presso il Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso. Fin dal 1998 segue i corsi di perfezionamento all’Accademia Chigiana di Siena, tenuti da Oscar Ghiglia, ottenendo sempre la borsa di studio e il diploma di merito. Il suo primo lavoro discografico "Flavio Sala Live at the Hermitage Theatre" (Etichetta MAP di Milano), è stato accolto con grande entusiasmo. Primo Premio Assoluto al XXVI Concorso Internazionale di Gargnano (2001), al XXXVI Concorso Internazionale "Michele Pittaluga" di Alessandria (2003), Primo Premio del Pubblico al "San Francisco Master Guitar Competition" (2004), Primer Premio al Concurso Internacional "Alirio Diaz" di Carora (Stato Lara - Venezuela, 2006), dove vince anche il Premio Especial “Fundación Vicente Emilio Sojo” a la Mejor Interpretación de Musica Venezolana. Flavio Sala inizia la carriera concertistica all'età di diciotto anni, tenendo numerosi concerti e tournée in tutta Italia, Austria, Spagna, Russia, Stati Uniti e Sud America, suonando in prestigiose sale da concerto come solista e con orchestra. Nel Settembre 2006 riceve la "Chitarra d'Oro al Miglior Talento Italiano", in occasione del Convegno Internazionale di Musica in Alessandria.

Renaud Garcia Fons

8 marzo
Mediterraneoriente



Renaud Garcia Fons contrabbasso a cinque corde
Kiko Ruiz chitarra flamenca
Negrito Trasante batteria e percussioni


Musicista difficilmente associabile ad una precisa corrente stilistica, Renaud Garcia Fons ha sempre operato in contesti trasversali includendo nella sua musica elementi presi dalle diverse culture che popolano il Mediterraneo e non solo: flamenco, echi di danze gitane, tango, nuova musette e soprattutto suoni e stilemi presi dalle tradizioni indiane e arabe (sia mediorientali che nord africane), vengono fatti interagire nel tentativo - più che riuscito – di "distillare" uno stile autentico, che sia indipendente e allo stesso tempo dipendente dalle proprie fonti.
Renaud Garcia Fons nasce a Parigi anche se la sua famiglia è di origine catalana, elemento questo che fa capire bene le influenze spagnole nella sua musica. Inizia a studiare musica fin da piccolo, prima il pianoforte, poi la chitarra, infine ilcontrabbasso che perfezionerà al fianco del famoso maestro siriano François Rabbath, fino al diploma a pieni voti presso il conservatorio di Parigi. Nel 1987 entrerà a far parte dell'ensemble L'Orchestre de Contrebasses, formazione francese di soli contrabbassi, nella quale resterà fino al 1993 quando decide di tentare l'avventura solistica. La prima cosa che colpisce nei dischi di Garcia-Fons è il suono che riesce a trarre dal suo strumento. L'aggiunta della quinta corda - un do acuto - gli consente di ampliare notevolmente il suono greve del suo contrabbasso fino a farlo diventare una sorta di viola da gamba, di violino o addirittura di oud con il quale può avventurarsi in campi solistici che altrimenti gli sarebbero irrimediabilmente preclusi, sviluppando un nuovo linguaggio capace di svincolare totalmente lo strumento dalla sua consueta funzione di accompagnamento. E è proprio la commistione di questo suono particolare e personale e lo sfruttamento delle sue più disparate fonti d'ispirazione, che consentono al musicista di esprimere a pieno la sua profonda concezione musicale.

Renaud Garcia- Fons non solo è considerato dalla critica come il più grande virtuoso di contrabbasso al mondo ma, anche come compositore, il musicista franco-ispanico viene considerato a livelli di eccellenza. I suoi concerti sono trascinanti, avvolgenti e ammalianti. La sua tecnica allo strumento è assolutamente straordinaria e fuori dal comune, perché non è certo comune prodursi in un arpeggio flamenco su un contrabbasso, né riuscire a tirare fuori con l’archetto sonorità prossime a quelle ottenibili con un violino.

Antonio Della Marina e Nicola Negrini

15 marzo
Sculptures

E' una performance per contrabbasso e musica elettronica. Antonio Della Marina avanguardista nel settore, scrive: "Nel 1999 stavo sperimentando alcuni sistemi alternativi di accordatura e cominciai ad elaborare al computer una serie di strutture armoniche derivanti da rapporti matematici accuratamente calcolati. Per semplicità decisi di utilizzare i segnali sinusoidali, perché facili da generare, assolutamente costanti e privi di armonici. Sono la forma più semplice di vibrazione e probabilmente quella più tipica e propria delle macchine.Scoprii nel giro di poco tempo che a dispetto della loro povertà timbrica, se accuratamente combinati questi suoni potevano dar luogo ad interessanti ed inaspettati effetti di tridimensionalità. Reiterando su varia scala i pochi ed elementari parametri a disposizione (frequenza, durata, fase, e forma d'onda) costruivo macrostrutture sempre più stratificate con esperienze di ascolto sorprendenti. La sperimentazione rivelava continuamente nuove prospettive e si stava via via trasformando in un'eredità importante: la capacità di concepire la musica su basi algoritmiche, ovvero la necessità di elaborare al computer programmi capaci non solo di gestire la riproduzione o il trattamento digitale dei suoni (campioni), ma anche di generarli e di organizzarli secondo logiche adeguate.Dal computer come mezzo per semplificare e memorizzare una serie di calcoli ad un vero proprio strumento musicale con un suo linguaggio specifico. Ho dedicato questi ultimi anni ad approfondire questo aspetto e a costruire software capaci di intervenire sui parametri del suono che voglio controllare. Oggi durante i concerti posso finalmente seguire il processo di ciò che faccio fin dai livelli più bassi.Attraverso l'elaborazione al computer la cellula di partenza segue un'evoluzione continua e graduale, ogni punto dello sviluppo è strettamente legato a ciò che lo ha generato e padre di ciò che evolve da esso. L'esperienza che mi lega a questo progetto ha quasi assunto i toni di una dipendenza fisica. La mia naturale predisposizione alla lentezza ha trovato in questa forma di esplorazione del suono un campo percettivo aperto di cui non vedo ancora il confine.".

Informazioni

I Concerti Aperitivo si svolgono dal 18 gennaio al 15 marzo
la domenica alle ore 11 presso la Sala Ajace di Udine
(piazza Libertà, ingresso dalla Loggia del Lionello)

A seguito di ogni concerto nell'anti-sala è offerto un aperitivo a base di vini e specialità gastronomiche locali.

La Sala Ajace ha una capienza di 150 posti, è pertanto consigliabile la prenotazione.

L'ufficio prenotazioni è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 13 presso la sede dell'Orchestra Filarmonica di Udine in viale Volontari della Libertà n.43, telefono 0432/46468
e-mail ufficio.stampa@ofu.ud.it

Biglietti:
Euro 22.00 (unico)

Abbonamenti:
Euro 140,00 (intero)
Euro 130,00 (ridotto)